inaugura
martedì 17 gennaio 2006
h 19.00

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Parole, parole, parole
a Milano dal 17 gennaio al 10 febbraio 2006.
Vengono esposte 30 tele, alcune di grande formato, attraverso le quali l’artista milanese esplora la possibilità di utilizzare il segno alfabetico e la parola scritta in un contesto pittorico.
La mostra delinea un singolare percorso che tra canzoni, bar, citazioni d’autore (fa Jarry ai Sex Pistols, dal Doganiere a Cervantes), rappresenta un’immagine fortemente caratterizzata del sincretismo culturale contemporaneo.
Vuole essere inoltre un momento di riflessione sulla ricerca che Natale Galli ha da tempo intrapreso, verso un nuovo linguaggio artistico il cui risultato non sia semplicemente la somma dei significati e dei simboli degli elementi che lo compongono (la parola, il colore, la materia, la forma) ma diventi, grazie al loro interagire, al gioco del respingersi e dell’attrarsi, un momento di espressione libera e superiore.

È da parecchio che Natale Galli ha eletto la parola scritta a protagonista dei suoi quadri. Consapevole del fatto, incontestabile, che le parole sono composte da lettere e che le lettere non sono altro che segni, proprio come quelli pittorici. Non sarà un caso se parecchie lingue, a partire dal greco, si accontentano di un unico termine per designare l’attività di chi scrive, disegna o dipinge. Galli le affastella allegramente sulla tela, obbligandole alla stessa disciplina formale di tutti gli altri elementi della sua opera.
Avremo così, a seconda dei casi, parole colorate o monocrome; parole (abbastanza) disposte a restare al posto loro assegnato nella composizione, o altre che dalla composizione si sforzano di evadere; parole isolate o riunite in frasi ed elenchi di varia natura. Ma si tratterà, sempre e irrevocabilmente, di parole (e, talvolta, di frasi), mai di semplici aggregati di lettere. Il problema, come lo imposta Galli, è quello di conservare ed enfatizzare, anche in una dimensione diversa come quella pittorica, tutti i loro riferimenti culturali, giocando sui diversi piani semantici che l’operazione rende disponibili. Il programma può apparire un po’ ardito ma i risultati dimostrano che la difficile equazione si può risolvere.
Ci troviamo, concretamente, in un area di contaminazione, una specie di borderline tra il mondo dell’immagine e quello della parola, in cui le due componenti, più che contrapporsi, interagiscono reciprocamente, cedendo ciascuna all’altra qualcosa della propria natura. Un nome, così, potrà essere trattato come un vero e proprio ritratto (succede con quelli di Majakovskij e di Billie Holiday); una serie di citazioni percepite attraverso la vetrina di un bar affollato configureranno qualcosa che assomiglia molto a un paesaggio e così via. E nessuno potrà dubitare, naturalmente, dell’artisticità di una composizione incentrata sulla parola “Art”, anche a prescindere dalle varianti cromatiche e materiche che l’artista, a partire da quel monosillabo, riesce a realizzare. Un caso di sfacciata autocelebrazione? Può darsi, ma forse si tratta soltanto di un gioco. E non è neanche l’unico.
Carlo Oliva
NATALE GALLI (Monza, 1952), vive e lavora a Milano.
Numerose sue opere sono presenti in collezioni private in Italia e all’ estero.
L’inaugurazione si terrà martedì 17 gennaio 2006 alle ore 19.00 nella galleria SPAZIOINMOSTRA, in via Cagnola 26 a Milano.
La mostra prosegue fino al 10 febbraio 2006.(orario lunedì-giovedì 16- 20;venerdi 11-16 ;sabato e domenica 15 – 19)
opere in mostra
- • Il Giornale, 19 gen 2006 - Sintesi pittorica di parole e citazioni d'autore
- • La Repubblica, 25 gen 2006 - Galli gioca con le parole
- • Il diario, gen 2006 - Parole fatte ad arte
- • La Padania - A Milano la personale del monzese Natale Galli
- • parole, parole, parole - exibart.com