“L’essenza della teoria del Big Bang sta nel fatto che l’Universo si sta espandendo e raffreddando. Lei noterà che non ho detto nulla riguardo a una “esplosione”. La teoria del Big Bang descrive come il nostro universo evolve, non come esso inizi”
(P. J. E. Peebles, 2001)

E così evolvono anche le persone.
Qualche volta si raffreddano pure, altre volte si scaldano. Ma in ogni caso evolvono, in tempi più o meno lunghi.
Ma qui non stiamo parlando di scienza, ancora non riusciamo a spiegare la creatività umana tramite processi elettro-chimici che avvengono all’interno del nostro cervello. E lo stesso si può dire per le emozioni. Possiamo osservarne gli effetti, ma non spiegarle. Non ancora.
Ma creatività: questo è il dato di fatto. Ed è spesso legata all’emozionalità.
Ma a differenza di quanto dice Peebles, a volte è spesso  la creatività in moto che preme per uscire come lava da un vulcano. Quindi esplode. Ed evolve.
Così è  accaduto nel caso di Alessio “Sfiggy” Bolognesi. E è esploso! Non in senso letterale, per carità, ma da un punto di vista creativo. Questo è accaduto nel 2010 quando il suo piccolo “alter-ego” bianco “Sfiggy”  ha sentito la necessità di venire al mondo per raccontare le storie e le sensazioni del suo creatore e di tutti noi.
Poi Alessio si è anche evoluto, compiendo un cambiamento di rotta drastico sia in termini di tematiche che da un punto di vista tecnico. I lavori si sono fatti via via più riflessivi e la tecnica sempre più ricercata.
Dopo una collaborazione instauratasi a partire dal 2012 attraverso alcune collettive, la Galleria Federica Ghizzoni è ora lieta di presentare per la prima volta una mostra personale di Alessio.
E lo fa in un modo inconsueto: lo fa mettendolo a nudo, mettendo in mostra il suo Big Bang, la sua evoluzione artistica senza paura di fare emergere le debolezze degli esordi. L’esposizione tocca diversi anni del suo percorso fino ad arrivare alla ricerca recente che si muove su binari, è proprio il caso di dirlo, che si snodano tra Street Art (corrente di cui il nostro “Sfiggy” è interprete) ed illustrazione.
Lo noterete, facciamo qui riferimento ad Alessio o a “Sfiggy” indifferentemente. Sono in effetti la stessa cosa, il percorso dell’uno segue il percorso dell’altro in una continua evoluzione che sarebbe, chissà, forse apprezzata anche da Peebles.

Ferrarese, 35 anni. Il papà di Sfiggy è un ingegnere appassionato del suo lavoro ma desideroso di evadere dal conformismo, dalla società e dal consumismo: si sfoga perciò con un personaggio evasivo ed irriverente, sfortunato ma vendicativo che non si prende sul serio e non prende sul serio nemmeno chi è osannato e idolatrato dai più, come dimostrano le irriverenti opere sui grandi maestri della POP-Art.
Sfiggy è un anti-eroe, ammaccato e maldestro che vive una serie di sciagure. Ed è un vero work in progress di avventure in chiave pop.
Potremmo annoverare la produzione pittorica di Alessio Bolognesi nel più recente filone Neo-Pop. Eppure c’è qualcosa di nuovo, di atipico e originale, che fa del suo lavoro un caso a parte ed è proprio il personaggio di Sfiggy, infatti di tela in tela, l’atmosfera si trasforma, da ironica si fa minacciosa, sino a raggiungere toni biecamente splatter.

Alessio Bolognesi approccia la tela nel 2008 con lo studio del corpo e della sua stilizzazione, cedendo il testimone ad un progetto che tutt’ora lo vede coinvolto intimamente: Sfiggy appunto.
Dopo numerose mostre dislocate sul territorio italiano che hanno fatto discutere giornali e radio per la loro singolarità macabra è prima fra tutte il ritrovamento del fantoccio di Hello Kitty accoltellato al pedibus nel centro di Treviso o quello impiccato sul ponte di Sabaudia da un misterioso giustiziere.  Alessio ci dà tregua e ci rassicura sul ritrovamento e l’arresto del temibile assassino di cartoons.
La pace dura poco però; il nostro anti-eroe torna a piede libero e se ne perdono le tracce. Nel frattempo diverse persone scompaiono, tutte accomunate da uno strano tatuaggio a forma di si, proprio lui è Sfiggy: quale mistero si cela dietro queste sparizioni? Ed è l’SBI (Sfiggy Bureau of Investigation) ad occuparsi delle indagini aprendo un nuovo e corposo S-File!
Sfiggy ritorna poi alle origini, riportando i suoi sogni, le sue paure e le sue speranze su carta. In questi lavori Alessio si appropria di un gesto pittorico più istintivo che è il marchio della più recente produzione.
Sfiggy è, quindi, un work in progress tanto quanto lo siamo tutti noi: in perenne evoluzione; quindi, cosa ci attenderà ora?

OPERE IN MOSTRA – THE SFIGGY BIG BANG
Curriculum dell’artista
testo critico_Irene Finiguerra
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