Una quarantina di opere tra tele, cassette della frutta, smiles, gelati, inscatolati nel plexiglas e illuminati dalla luce al neon
La Galleria Federica Ghizzoni è lieta di presentare per la prima volta nella sua galleria in via Borgonuovo 22, la mostra Rompete le righe, personale di Michela Pomaro -biellese classe 1971- di ritorno dal successo riscontrato a Dubai in occasione di Art Dubai.
Atmosfere psichedeliche saturano gli spazi della galleria, illuminando i piccoli poliedri in serie. Acide tonalità luminescenti. Micro cassette di legno, vaschette di gelati raccolgono i frutti del lavoro dell’artista piemontese, ormai di scena fissa a Milano tra creazioni d’arte e di moda.
In esposizione cassette di legno di albicocche, di fragole e di ciliegie e di tutti i frutti del mondo che in realtà si trasformano e diventano coni, dadi, rigatoni, formine seriali palpitano in combinazioni astratte.
Cassette in miniatura, di identico formato, di gesso di tutti i colori, come pronte a essere messe in un forno, da cui riemergere magicamente glassati e fluorescenti, grazie alla resina dega brek.
E vaschette di alluminio di gelati, ricolme di ceramica sintetica fluorescente, materia traboccante e volutamente eccessiva, a tratti ridondante, contengono ognuna delle sculture monocrome, gialle, arancio e rosa fucsia, apparentemente morbide e cremose, ma in realtà dure.
È il colore acido e quasi psichedelico che caratterizza il lavoro di Michela. Tutto è avvolto da una luce al neon blu che avendo la stessa lunghezza d’onda dei colori fluorescenti, trasformare la galleria in un’ultima fiera notturna.

E ancora Smiles, le stupide faccine sorridenti americane, che da oltre mezzo secolo, a ondate ricorrenti, riappaiono.

Michela Pomaro è nata a Biella, ha frequentato per un periodo l’Accademia di Belle Arti a Monaco di Baviera. Vive e lavora a Milano. Fin dalle prime prove, si interessa al problema della relazione tra luce e colore. Nelle sue esposizioni spesso utilizza colori speciali, a volte fluorescenti e sistemi sofisticati di illuminazione tanto da ottenere degli effetti che portano lo spettatore in una dimensione sospesa, quasi straniante.
Espone nel 2005 a Vercelli, alla Galleria dei Mercati, Notti senza fine. Per l’occasione pubblica un catalogo a forma di un disco di 33 giri, con le opere ambientate in un’antica villa di Pollone e un testo di Paolo Manazza.
Nel 2006 è a Biella a Villa Schneider con Color of.
Nel 2009 partecipa alla prima edizione di Giorni Felici a Casa Testori a Novate Milanese con la stanza Ara Pacis e nello Spazio Obraz a Milano presenta il ciclo Time is on my side, con un reading di poesie, di Aurelio Picca, ispirate ai suoi Coriandoli. L’anno successivo è a Firenze, all’Hotel Savoy, con Assoluto Naturale.

Nel 2015 partecipa, insieme tra gli altri a Giovanni Frangi, Stefano Arienti e Marco Cingolani, a Giardini squisiti, la stanza creata da Massimo Kaufmann a Novate a Casa Testori.

Nel 2016 presenta Space Invaders presso Aspesi a Milano, un grande lavoro composto da nove quadri esposto nella vetrina, partecipa a Edolo alla rassegna Contexto organizzata dal Comune della Città con l’opera I cinque sensi, dedicata ai disegni rupestri della Val Camonica, e al 49° Premio Suzzara, invitata dal gruppo NoPlace.Space. Lo stesso anno Giovanni Agosti cura la personale Alla fin della fiera presentando due installazioni nella Galleria Monopoli di Via Ventura e un video nello spazio Aspesi di Via Montenapoleone a Milano. La mostra è accompagnata da un catalogo curioso a forma di libretto d’assegni.

Nel 2017 in occasione di Art Dubai partecipa ad Art Nights al Gate Village nel DIFC (Dubai International Financial Centre) con Market Day e presenta All in all allo spazio Finasi nel D3 (Dubai Design District) negli Emirati Arabi.

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