COLLETTIVA UNTITLED
dal 26 febbraio 2020

Galleria Federica Ghizzoni
con Elena Galimberti, Francesca Giudice, Gioia Valerio, Bruno Sforni

Un universo metropolitano filtrato dalla luce altra della pioggia, gli scatti pieni di mistero che raccontano fabulae a trama libera, gli animali protagonisti di un mondo al di là degli umani e quindi di pura meraviglia, la pulizia dei bianconeri che fanno eco a una certa passata eleganza, ricatturata nel più incerto mondo del contemporaneo.

La forza di quattro punti di vista, accomunati nella mostra Collettiva “Untitled” che accosta le opere di Francesca Giudice, Bruno Sforni, Elena Galimberti e Gioia Valerio in un’unica panoramica.
Per scoprire pioggia, fabulae, animali e bianconeri d’autore l’appuntamento è in Galleria Federica Ghizzoni, con l’opening del 26 febbraio 2020.

L’impronta architettonica e il romanticismo della pioggia. Elena Galimberti si sofferma sulla poesia inattesa che Milano offre a uno sguardo che ne coglie luci e ombre. Apre la vista ad una dimensione del tutto interiore, strutturata da particolari, attenzione, pazienza e curiosità, con cui cattura le anime della città. L’architettura e la vita quotidiana, in un universo visivo evocativo, che si muove sospeso su un filo di luce. Mentre mentre l’acqua scivola via e la la pioggia disegna forme sull’asfalto. Il racconto della città si trasforma e si muove lieve, tra i riflessi delle strade bagnate.

Anche se Francesca Giudice dichiara con fierezza che il suo primo lavoro è quello di mamma – di due figli, due cani e due gatti – è indubbio che altrettanto forte viva in lei l’istinto, che da anni la costringe a fotografare bersagli lontani, fuori casa. Mentre è in macchina che guida, mentre cammina, mentre porta i pacchi, la sua visione periferica e altamente inconscia la porta a catturare le sue scelte. Lo sguardo cade sui particolari nascosti che Francesca eleva a protagonisti dei suoi scatti, come se scagliasse frecce che centrano un mondo di certezze presenti e sbalorditive. Fulmina momenti, situazioni e sensazioni che diventano trame di racconti da inventare, scritti in un istante da un occhio presbite e istintivamente elegante, nutrito dal diploma in Storia dell’Arte e Arti Decorative al Sotheby’s Institute of Arts di Londra, dai precedenti lavori che spaziano dall’abbigliamento per bambini all’Interior Design, dalle collaborazioni da stylist nelle riviste di arredamento alla fotografia, di cui si occupa dal 2012.

Gioia Valerio si laurea in Storia dell’Arte e Belle Arti negli Stati Uniti, diventa graphic designer e ne fa la sua professione per trent’anni. Il passo verso la fotografia comincia a New York con il filtro del reportage, ma ben presto si trasforma in passione per gli animali e la natura, per la simbiosi che si crea fra il fotografo e l’ambiente circostante, nelle lunghe ore di attesa della luce giusta e dell’arrivo dell’animale. La fotografia è quella frazione di secondo in cui decidiamo di raccontare la nostra visione. Quel momento che racchiude una storia, un viaggio preparato a lungo, studiando il comportamento animale e le caratteristiche dei luoghi, per arrivare all’obiettivo finale, con cui Gioia ritrae una naturale maestosa bellezza. Una preziosità tradotta anche attraverso la grande attenzione nella produzione della stampa e nella scelta della cornice.

Un click è fermare il tempo. Ma è anche instaurare una relazione con il soggetto fotografato, isolare le parti più intime del suo carattere velate dall’imbarazzo della realtà.
La fotografia per Bruno Sforni diventa lo strumento necessario ad abbattere le barriere del tempo, delle relazioni e della realtà. Per fissarne un’altra molto più intima, più dettagliata e densa di significati.Un catalizzatore di vita. Ogni immagine è un racconto, una poesia, un piccolo romanzo o un piccolo documentario, che resta nel tempo di chi lo legge, mentre guarda.

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