'900 -sguardi su uomini straordinari-
di Elio Fiorucci
Pensando al titolo della mostra mi sono chiesto: che cosa rende veramente alcuni uomini straordinari? Sicuramente la loro vita ma soprattutto ciò che sono riusciti a comunicare agli altri, in poche parole la loro personalità. Non è facile quindi racchiudere nella superficie limitata di un quadro l'essenza e la complessità di personaggi trasversali della cultura del '900, i loro gesti, le loro qualità. Con i suoi ritratti Cristiano Cascelli è riuscito invece a dare indicazioni e segnali ben precisi sull'identità di ciascun soggetto, creando una quinta ideale, una scenografia che racconta molti dettagli della storia di ogni personaggio e che lo rende quindi riconoscibile al di là della verosimiglianza fisica. Con un linguaggio sintetico e contemporaneo, un tratto incisivo al confine tra la grafica e la pittura, Cristiano Cascelli riesce infatti a delineare e a trasmettere con immediatezza proprio l'elemento "popolare" che ha consentito a questi protagonisti del 900 di entrare a far parte dell'immaginario collettivo (e di rimanerci): le campiture di Mondrian (sono pochissimi infatti quelli che si ricordano la sua faccia), il dripping di Pollock, i graffiti di Basquiat, ma dove ciò non è possibile ecco che subentra un linguaggio evocativo, quasi poetico, per descrivere perfettamente delle qualità astratte. Non ho scelto a caso il termine popolare perché per uno come me che ha vissuto gli anni '60 e '70 e ha avuto anche la fortuna di conoscere alcuni di questi personaggi, i colori utilizzati e un certo spirito "pop" mi rendono il lessico pittorico di Cristiano Cascelli molto familiare. Nello stesso tempo penso che i suoi lavori si possano anche ricollegare a una tradizione classica del ritratto che in passato veniva spesso contestualizzato, rivelando indizi sulla vita, le abitudini, il luogo e l'ambiente di appartenenza dei personaggi. Ma non è solo lo sfondo di questi quadri ad avermi colpito, è anche l'energia trasmessa dalla fisicità dei soggetti che riescono a "bucare" la tela, nonché la scelta di un'inquadratura quasi fotografica o cinematografica. C'è quindi una sovrapposizione di diversi livelli di lettura che ritrovano il loro punto di contatto nei ritmi narrativi di un avvincente e convincente racconto visivo. Naturalmente straordinario.