ROMANA ZAMBON

ARIA | ACQUA | TERRA | FUOCO

Spinti a dare un ordine all’universo, gli uomini lo hanno fin dall’antichità cercato negli elementi che costituiscono la base della vita. Acqua, aria, terra e fuoco sono così diventati di volta in volta soggetti alchemici, elementi nati dal caos primordiale, simboli di un percorso che compie la materia, metafore di quel continuo cambiamento che governa il mondo. A tutto ciò la fotografia non è certo sfuggita: prima di approdare alla dimensione impalpabile del digitale (che pure è dipendente dal silicio), ha avuto a che fare con l’argento, il ferro, il platino, il mercurio e perfino – tanto per dare una spruzzatina negromantica – il sale e lo zolfo. Eppure alla fine anche la fotografia si riconduce alla sua consistenza fisica (la terra), alla vitalità che la attraversa (il fuoco), alle condizioni in cui si sviluppa (l’acqua) anche se è la luce dell’aria l’elemento fondamentale che la genera. Romana Zambon ha stabilito un rapporto fra queste caratteristiche proprie della fotografia e i soggetti che ha inseguito a margine dei suoi viaggi come se, più che ai luoghi da riprendere per ricordarsene, fosse maggiormente interessata a inseguire il misterioso susseguirsi di dinamiche con le quali la natura si presenta agli occhi meravigliati dell’uomo. Così il suo obiettivo si sofferma sul primo piano delle fessure che attraversano un’area piana spaccando la terra come volessero consentire allo sguardo di scrutare al suo interno oppure si allarga su una superficie d’acqua andando alla ricerca di quella specularità che riflette il cielo come volesse farlo proprio. Romana Zambon cerca sempre l’insolito e lascia aperta una possibilità interpretativa perché il bordo ribollente verso cui si affaccia può essere ascritto alla terra che lo circonda, al liquido che si intravede come al vapore aereo che da lì si sprigiona. Per questo ama i luoghi desolati dove la natura fa sentire forte il suo pulsare e in modo particolare i vulcani che sono capaci di avvicinarci alla grandiosità di fronte a cui lo sguardo si incanta: ci sono lingue di fuoco che brillano attraversando il buio della notte, condense che si innalzano verso cieli capaci di sovrastare spettacoli antichi, sentieri da percorrere sentendo sotto i piedi il pulsare di una terra che si credeva inerte ed è, invece, intensamente viva.

di Roberto Mutti

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